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Un Green New Deal per l’economia sostenibile (e il nostro pianeta)

Data di pubblicazione:
21 Gennaio 2020

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Settori e aziende che beneficeranno delle risorse stanziate dal Governo per la decarbonizzazione, efficientamento energetico degli edifici, riconversione dell’industria, mobilità e sicurezza del territorio

Il Green new deal, il nuovo patto per la sostenibilità ambientale, è ormai una realtà. L’obiettivo strategico del piano della Commissione Europea è raggiungere la neutralità delle emissioni inquinanti entro il 2050, emettere meno biossido di carbonio ed eliminare dall'atmosfera quello già emesso.

Una legge vincolante per tutti i Paesi UE, che, per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità, coinvolgerà diversi settori:

SETTORE ENERGETICO: in primo luogo, la decarbonizzazione del settore energetico. Il carbone produce il 75% delle emissioni inquinanti: con la svolta green, entro il 2030 non dovrà più rappresentare il principale combustibile.

EDILIZIA: il 40% dei consumi energetici riguarda gli edifici. Il progetto mira a favorire la costruzione di nuovi edifici a basso impatto e la ristrutturazione degli edifici esistenti in ottica di risparmio energetico.

INDUSTRIA: oggi l’industria europea utilizza solo il 12% di materiali riciclati. Si rende pertanto necessaria una riconversione delle industrie in ottica di innovazione e trasformazione nella direzione della sostenibilità.

MOBILITÀ: anche la mobilità dovrà essere ripensata in termini di sostenibilità. I trasporti sono responsabili del 25% delle emissioni inquinanti nel continente. Sarà indispensabile introdurre forme di spostamento pubbliche e private più pulite, più sostenibili e più sane. 

La transizione verso un’economia climaticamente neutra inciderà su tutti i settori, e l’UE ha proposto un meccanismo per una transizione giusta, attraverso finanziamenti per incentivare gli investimenti green.

Lo scorso 14 gennaio è stato infatti approvato il cosiddetto "piano di investimenti per un'Europa sostenibile" che farà leva sugli strumenti finanziari dell'UE per mobilitare investimenti pubblici e fondi privati pari ad almeno 1.000 miliardi di € nei prossimi dieci anni.

Nel nostro Paese, la manovra di Bilancio 2020 ha affrontato il tema del Green New Deal con l’obiettivo di istituire e sostenere programmi specifici di investimento, anche in partenariato pubblico-privato, finalizzati a realizzare progetti economicamente sostenibili e che abbiano come obiettivo la decarbonizzazione dell’economia, l’economia circolare, il supporto all’imprenditoria giovanile e femminile, la riduzione dell’uso della plastica e la sostituzione della plastica con materiali alternativi, la rigenerazione urbana, il turismo sostenibile, l’adattamento e la mitigazione dei rischi sul territorio derivanti dal cambiamento climatico e, in generale, programmi di investimento e progetti a carattere innovativo e ad elevata sostenibilità̀ ambientale e che tengano conto degli impatti sociali.

Le norme istituiscono nello stato di previsione del Ministero Economia e Finanze un fondo con una dotazione di 470 milioni per il 2020, di 930 milioni per il 2021 e di 1.420 milioni per ciascuno degli anni 2022 e 2023, di cui una quota non inferiore a 150 milioni di euro per ciascuno degli anni 2020, 2021 e 2022 è destinata ad interventi coerenti con le finalità di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra.

In totale, nel fondo per gli investimenti green transiteranno 20,8 miliardi in 15 anni fino al 2034. È il cuore del piano i cui contenuti saranno definiti con «uno o più Dpcm» su proposta del Mef e dei ministeri competenti.

Ma in questo arco temporale saranno stanziate risorse per circa 33 miliardi di euro.

Ai Comuni, infatti, andranno altri 400 milioni all’anno dal 2025 al 2034 (totale 4 miliardi) per opere di edilizia pubblica, inclusi manutenzione e sicurezza ed efficientamento energetico, manutenzione della rete viaria, dissesto idrogeologico, prevenzione del rischio sismico e valorizzazione. E, nel periodo 2020-2034, altri 3 miliardi per interventi di messa in sicurezza del territorio a rischio idrogeologico, di messa in sicurezza ed efficientamento energetico delle scuole, degli edifici pubblici e del patrimonio comunale, nonché per investimenti di messa in sicurezza di strade.

Ci sono poi i contributi (5 miliardi e mezzo nel periodo 2021-2034) alle regioni a statuto ordinario per investimenti volti alla realizzazione di opere per la messa in sicurezza degli edifici e del territorio, per interventi in viabilità, per lo sviluppo di sistemi di trasporto pubblico ecologici, per la rigenerazione urbana e la riconversione energetica verso fonti rinnovabili, per le infrastrutture sociali e le bonifiche ambientali dei siti inquinati.

Si prevendono quindi importanti opportunità per le aziende che avranno la lungimiranza di innovare e investire in nuove tecnologie green, più sostenibili per l’economia, per il pianeta e per le persone tutte.

 

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